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20/04/2016 News Legali
Esenzione bollo certificati anagrafici

Sono esenti dall'imposta di bollo i certificati anagrafici richiesti dagli studi legali per la notifica degli atti giudiziari.

La richiesta di tali atti, infatti, deve intendersi funzionale al procedimento giurisdizionale con la conseguente operatività delle previsioni contenute nell'art. 18, comma 2, D.P.R. n. 115/2002.

Il chiarimento è stato fornito dall'Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 24/E del 2016.

Con la risoluzione 24/E del 18 aprile 2016 l’Agenzia delle Entrate si è espressa sul trattamento tributario, ai fini dell’imposta di bollo, applicabile ai certificati anagrafici richiesti dagli studi legali per la notifica di atti giudiziari.

Il documento di prassi risponde ad un’istanza di interpello formulata dal Ministero dell’Interno nella quale si dava conto, in senso critico, della tesi sostenuta da un Ordine degli avvocati mirata a ottenere il rilascio di tali documenti in esenzione dal tributo.

In merito si ricorda che l’articolo 4, comma 1, della tariffa, parte prima, allegata al DPR 642/1972 prevede l’applicazione dell’imposta di bollo nella misura di 16 euro, per ogni foglio, per gli “Atti e provvedimenti degli organi dell’amministrazione dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni, (…) rilasciati (…) a coloro che ne abbiano fatto richiesta.”

Possono, tuttavia, essere rilasciati senza il pagamento dell’imposta se destinati a uno degli usi indicati nella tabella, allegato B, annessa al Dpr 642/1972 o nei casi previsti da leggi speciali.

La risoluzione osserva come a seguito dell’entrata in vigore del “Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia”, approvato con il DPR 30 maggio 2002, n. 115, l’applicazione dell’imposta di bollo sugli atti giudiziari abbia assunto natura residuale, poiché rimane generalmente dovuta quando non opera il contributo unificato.

In altri termini, l’introduzione del contributo unificato, da corrispondere per i procedimenti giurisdizionali, compresa la procedura concorsuale e di volontaria giurisdizione, comporta la non applicabilità dell’imposta di bollo agli atti e provvedimenti processuali “... inclusi quelli antecedenti, necessari o funzionali” (art.18 del DPR n. 115 del 2002).

Al riguardo, l’Agenzia delle Entrate, già con la precedente circolare 14 agosto 2002, n. 70, aveva chiarito che, il legislatore, non facendo distinzione tra i termini procedimento e processo, ha inteso, subordinare tutti gli atti e i provvedimenti dei procedimenti giurisdizionali al contributo unificato, escludendoli, allo stesso tempo, dall'imposta di bollo.

Pertanto, conclude la risoluzione, i certificati anagrafici beneficiano del regime di esenzione dall’imposta di bollo, qualora antecedenti, necessari e funzionali ai procedimenti giurisdizionali e a condizione che il soggetto richiedente rivesta la qualità di parte processuale. Sul certificato rilasciato in esenzione dovrà essere indicata la norma di riferimento, ovvero l’uso cui tale atto è destinato. 

 

(Tratto dal portale Ipsoa.it)

 


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